Che la pratica regolare di esercizio fisico apporti grandi benefici alla salute è ormai noto ed esistono numerosissime evidenze scientifiche che dimostrano i suoi effetti sulle funzioni cardio-vascolari, sull’umore, sulla prevenzione della neurodegenerazione, ecc.
Le modalità di attività fisica, però, non sono tutte uguali: possono essere effettuati allenamenti brevi e molto intensi, oppure più lunghi e a bassa intensità… ma esiste un limite oltre il quale l’intensità dell’attività fisica può addirittura diventare controproducente?
Secondo alcuni recenti studi sì!
Uno studio effettuato su un gruppo di vigili del fuoco ha dimostrando che la pratica eccessiva di esercizio vigoroso potrebbe avere un impatto negativo sulle difese immunitarie e potrebbe predisporre a infezioni del tratto respiratorio.
La novità della ricerca è stata quella di mostrare i cambiamenti biochimici a cui il corpo sembrerebbe andare incontro dopo una performance piuttosto pesante. Il gruppo di ricerca ha analizzato i livelli di 4.700 molecole di plasma sanguigno, urina e saliva su un gruppo di vigili del fuoco testati prima e dopo 45 minuti di esercizio intenso, (trainando fino a 20 chilogrammi di attrezzatura su terreni collinari).
Fra i vari risultati ottenuti, i ricercatori hanno osservato in particolare dei cambiamenti nella composizione del microbiota orale, ossia delle popolazioni di batteri che sono regolarmente presenti nella bocca e che aiutano a combattere le infezioni. Inoltre, i livelli di tre molecole pro-infiammatorie presenti nella saliva sono risultati ridotti dopo la performance e questo potrebbe indicare una minore predisposizione del corpo nell’affrontare in modo efficace le incursioni esterne.
Gli autori di un’altra ricerca hanno invece testato un gruppo di volontari sani sottoposti a sessioni di High Intensity Interval Training (HIIT) di durata e intensità via via crescenti, per un totale di quattro settimane.
È emerso che a partire dalla terza settimana di allenamento, quella più intensa, i partecipanti hanno sviluppato una forma di resistenza insulinica simile a quella che si manifesta nelle persone che stanno per sviluppare il diabete, oltre che una riduzione del 40% nella funzionalità dei mitocondri. Questi valori sono migliorati, anche se non sono regrediti completamente, durante la quarta settimana a intensità ridotta.
Bisogna comunque tenere conto del fatto che lo studio ha coinvolto un numero limitato di partecipanti e che la durata relativamente breve non ha consentito di valutare le eventuali conseguenze a lungo termine.
Ci sono comunque ancora poche prove affidabili a sostegno dell'affermazione che l'esercizio fisico intenso aumenti effettivamente il rischio di infezioni opportunistiche, e gli altri effetti sopra descritti, ma sicuramente la moderazione sembra rimanere in tutto una saggia compagna di avventure.
BeLONGEVITY nasce per aiutare concretamente tutti a conoscere ed applicare queste straordinarie informazioni della scienza.
Flockhart M et al. Excessive exercise training causes mitochondrial functional impairment and decreases glucose tolerance in healthy volunteers. Cell Metab, 2021, DOI: 10.1016/j.cmet.2021.02.017
Gibbons TD et al. Fasting for 20 h does not affect exercise-induced increases in circulating BDNF in humans. J Physiol, 2023, DOI: 10.1113/JP283582
Nakayasu E.S. et al. Elucidating regulatory processes of intense physical activity by multi-omics analysis. Military Med Res, 2023, DOI: 10.1186/s40779-023-00477-5
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