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ESPOSIZIONE AL FREDDO E LONGEVITÀ

BeLongevity Team

Aggiornamento: 8 feb

Sempre più ricerche dimostrano che l'esposizione al freddo può essere un’arma segreta per migliorare il metabolismo, il recupero e persino favorire una vita più lunga e in salute. Tradizionalmente, si pensava che il freddo stimolasse solo il cosiddetto "grasso bruno", un tipo di tessuto adiposo che aiuta a bruciare energia per generare calore. Tuttavia, studi recenti suggeriscono che i veri protagonisti della produzione di calore siano i muscoli, che giocano un ruolo chiave nella regolazione del metabolismo e dell’energia corporea.

 

Ma perché il freddo fa così bene? Quando la temperatura scende, il nostro corpo attiva diversi meccanismi per mantenere il calore interno. I muscoli, ad esempio, iniziano a contrarsi involontariamente (i classici brividi) e consumano energia per generare calore. Questo processo accelera il metabolismo, aiuta a bruciare più calorie e migliora la sensibilità all’insulina, favorendo un migliore controllo della glicemia. Alcuni studi hanno dimostrato che dopo soli 10 giorni di esposizione regolare al freddo, la capacità del corpo di gestire lo zucchero nel sangue migliora fino al 43%, un effetto benefico sia per chi ha il diabete che per chi vuole prevenire problemi metabolici.

Il freddo ha anche un impatto positivo sul bioritmo e sul sonno. Abbassare la temperatura della stanza prima di dormire può aiutare a riposare meglio e stimolare la produzione di mitocondri nei muscoli, che sono essenziali per la produzione di energia e la riparazione cellulare. Un buon sonno è fondamentale per la rigenerazione del corpo e della mente, e piccole abitudini come dormire in un ambiente più fresco possono fare una grande differenza.

L'esposizione al freddo può essere un’arma segreta per migliorare il metabolismo, il recupero e persino favorire una vita più lunga e sana
Esposizione al freddo e longevità

Anche la pelle beneficia dell'esposizione al freddo: temperature basse aiutano a ridurre l’infiammazione, migliorano la circolazione e stimolano la produzione di collagene, mantenendo la pelle più elastica e giovane. Tecniche come le docce fredde o l’alternanza tra caldo e freddo (idroterapia contrastata) sono utilizzate da molti atleti per velocizzare il recupero muscolare e migliorare la salute della pelle.

Per quanto riguarda il recupero rapido (Speed Recovery), il freddo è uno strumento potente. L'immersione in acqua fredda o la crioterapia dopo un allenamento intenso aiuta a ridurre l’infiammazione, alleviare il dolore muscolare e accelerare la ripresa fisica. Per questo motivo, molti atleti professionisti utilizzano queste tecniche per mantenere alte le prestazioni e recuperare più velocemente dagli sforzi intensi.

Integrare l’esposizione al freddo nella propria routine può essere una strategia semplice ed efficace per migliorare il metabolismo, favorire il recupero e sostenere la longevità. Anche piccole azioni, come una doccia fredda al mattino o passeggiare all’aria aperta in inverno senza coprirsi eccessivamente, possono fare la differenza. Il freddo, se usato con intelligenza, può diventare un potente alleato per la salute e il benessere a lungo termine.

BeLONGEVITY nasce per aiutare concretamente tutti a conoscere ed applicare queste straordinarie informazioni della scienza.

 
  • Hanssen MJ et Al. Short-term Cold Acclimation Recruits Brown Adipose Tissue in Obese Humans. Diabetes, 2016, DOI: 10.2337/db15-1372    

  • Khedoe PP et Al. Brown adipose tissue takes up plasma triglycerides mostly after lipolysis. J Lipid Res, 2015, DOI: 10.1194/jlr.M052746     

  • U Din M et Al. Human brown adipose tissue [(15)O]O2 PET imaging in the presence and absence of cold stimulus. Eur J Nucl Med Mol Imaging, 2016, DOI: 10.1007/s00259-016-3364-y         

  • Marlatt KL et Al. Is activation of human brown adipose tissue a viable target for weight management? Am J Physiol Regul Integr Comp Physiol, 2018, DOI: 10.1152/ajpregu.00443.2017

  • Townsend L et Al. Skeletal muscle, not adipose tissue, mediates cold-induced metabolic benefits. Nat Metab, 2023, DOI: 10.1038/s42255-023-00837-4


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